Oratorio di San Giovanni Battista.
Situato a Cascine Olona, venne edificato da Paolo Mantegazza nel 1468 lungo la via Novara e perciò corse il rischio di essere abbattuto per agevolare il percorso dei binari del Gamba de Legn. Dalle linee tipiche del tardogotico lombardo, esso in realtà presenta, soprattutto nella decorazione pittorica, interessanti spunti di linguaggio rinascimentale, riconducibili a Vincenzo Foppa. E' uno dei più belli e meglio conservati esempi di pittura "minore" in Lombardia; ne resta ignoto l'autore. Le pitture raffigurano Storie di San Giovanni Battista, i Quattro Dottori della Chiesa, l'Annunciazione, l'Adorazione dei Magi, la Crocifissione, la Storia di San Giuliano Ospedaliere (completamente perduta), il Giudizio Finale. Lo stato di conservazione degli affreschi è complessivamente buono, anche se sarebbero opportuni interventi di consolidamento delle pitture.
Palazzo d'Adda.
L'attuale sede municipale è il palazzo che i conti d'Adda si fecero edificare tra Cinquecento e Seicento, con aggiunte nel pieno XVII secolo tra cui il palazzo detto Granaio, leggermente più a nord, adibito originariamente a deposito padronale e chiamato dalle leggende popolari la cà del mago perché vi abitava, secondo la tradizione, un personaggio che praticava la magia e rapiva le ragazze del paese, secondo un cliché abbastanza diffuso nei paesi lombardi e che può essere ciò che resta dell'antica sottomissione ai signori e proprietari dei secoli passati. Il palazzo padronale ha la tipica forma a U delle ville di campagna lombarde, con un nobile porticato con colonne in granito in facciata. Al pian terreno le sale sono decorate con affreschi tardomanieristi a grottesche, imponenti soprattutto nel salone d'onore, oggi aula consiliare. Più enigmatica la decorazione di una sala appartenente all'ala privata del palazzo, preceduta da un portico barocco, che nel soffitto presenta agli angoli i Quattro Elementi, armonizzati da Apollo al centro.
Al piani superiore le vaste sale sono decorate nella fascia sotto al soffitto da raffigurazioni allegoriche e campestri, seicentesche, molto danneggiate dal tempo. Notevoli le travature lignee. L'edificio è preceduto da una piazzetta, chiamata anticamente il Pasqué, e seguito da un giardino all'inglese: nel Sei - Settecento esso era molto più vasto dell'attuale e comprendeva peschiere, frutteti e aiuole, nella forma del giardino all'italiana.
Il palazzo era solitamente abitato dai proprietari durante le vacanze autunnali; solo il conte Francesco II (morto nel 1644) vi risiedette stabilmente. In seguito divenne abitazione dei fittabili, poi scuola e municipio. I conti d'Adda vi ospitarono, tra gli altri, il cardinale Federico Borromeo, mentre talvolta, durante l'inverno, concessero il salone per le assemblee della comunità; vi fu ospite di passaggio, negli anni Trenta, la principessa Mafalda di Savoia.
Chiesa di Santa Margherita.
La più antica parrocchiale di Settimo venne ricostruita nel 1534 da don Francesco Balbi, della famiglia degli allora massimi proprietari settimesi. Essa era rettangolare, a navata unica, con la facciata rivolta sulla via Ciniselli: ne restano soltanto due lapidi, murate all'esterno della parete destra dell'attuale chiesa che, a causa del bisogno di spazio e dello stato precario della fabbrica, venne costruita nel 1890-1891 in stile vagamente neoromanico-neogotico. Il progetto originario prevedeva una terza campata verso la piazza, non realizzata per motivi finanziari; la decorazione interna, sovrabbondante ma vivace, venne scialbata durante gli anni Ottanta, realizzando affreschi moderni (Agnus Dei nell'abside e i Quattro evangelisti nella cupola).
Chiesa di San Giorgio.
La parrocchiale di Seguro venne costruita in forme barocchette dall'architetto Galiori alla metà del Settecento. Particolarmente elegante pur nelle sue piccole dimensioni, sorse sull'area già occupata in precedenza da una chiesa, ricostruita per ordine di San Carlo Borromeo alla fine del Cinquecento. Degna di nota, all'interno, la decorazione ad affresco, realizzata "in stile" negli anni 1930, e due quadri, quali una Crocifissione di Antonio de Giorgi (anni Settanta del XVIII secolo) e una Sacra Conversazione di Pietro da Bagnara (1546), dai tipici colori squillanti della pittura veneta del Cinquecento.
Le altre ville storiche del territorio. Al centro delle proprietà più consistenti esistettero sempre, nell'agricoltura lombarda, delle case da nobile, evolutesi col tempo in ville e palazzi più o meno splendidi. Un esempio è la struttura, recentemente restaurata, dello Stretcioeu, che rivela la sua origine non strettamente rurale nel bel porticato in legno e granito: esso tuttavia si trasformò in abitazione rurale, come nel caso della Corte Barni di Seguro, dal bel portico quattrocentesco, che era in origine casa segurina dei Della Croce e dei Del Frate e, in seguito, appunto dei Barni. Mantennero la loro struttura da nobile, invece, gli edifici che divennero a Vighignolo la villa Venino (inserita in una corte circondata su tre lati da un bel portico ad arcate) e la villa Airaghi, dall'aspetto ottocentesco, preceduta da un viale prospettico e con un cortile con antiche decorazioni in pietra. A Seguro si trova invece la villa Pagani, bell'esempio di palazzo barocchetto, voluto nelle forme attuali da Gian Paolo Mainoni a metà Settecento. Alla stessa temperie artistica si riconduce la villa di Castelletto, pressochè unico avanzo dell'antica frazione, restaurata e dalle forme assai graziose. Da ricordare pure nel suo aspetto sette-ottocentesco la corte napoleonica, in origine di proprietà Taccioli - Litta Modignani, così chiamata perché avrebbe dato ospitalità a Napoleone III dopo la battaglia di Magenta (1859), come ricorda una lapide sotto il porticato. La corte ha subito recentemente interventi di restauro e adattamento ad abitazioni.
Corte Del Portico (XV-XIX secolo) - Settimo, vicolo strettoio (via Vittorio Veneto) - La seconda corte dello "Stretcieu". Come nella "corte stretcieu", alcuni edifici testimoniano di strutture preesistenti probabilmente di un certo pregio.
Corte Barni (XVI-XIX secolo) - Seguro, piazza San Giorgio - La corte si divide in una parte ad uso agricolo e in una parte padronale. Al centro della corte è disposto un corpo di fabbrica che aveva un tempo funzione abitativa (Casa Barni), poi adibita a fienile.
Cascina Castelletto (XV secolo) - via Reiss Romoli - Comprensorio ITALTEL - Di essa si ha notizia dalla metà del XV secolo e fino al 1996 è stata un grandissimo complesso rurale, il complesso fu acquistato nel 1963 da parte della società AUSO SIEMENS, ora ITALTEL: nel 1966 furono demolite le case dei pigionanti e gran parte dei rustici, mentre vennero ristrutturati ad uffici e magazzino alcune stalle.
Cascina Bergamina (XVII-XX secolo) - Settimo, via Vittorio Veneto - via Reiss Romoli - Per il grande complesso delle stalle e per i prati che la circondano si può considerare una "cassina" che, anziché trovarsi in mezzo ai campi, è nei pressi del paese; la corte agricola ha subito gravi danni in un incendio scoppiato il 7 agosto 1998.